La presenza di una chiesa in questa zona è antica, si ha infatti notizia di una chiesa del Bosco di San Biasio suspesa per le sue pessime condizioni dal vescovo Sanudo nel corso della visita pastorale del 1620, anche se non sappiamo il luogo in cui era situata. L’attuale chiesetta è presente nel verbale della visita pastorale del Vescovo di Concordia Gabrieli (anno 1762). Viene citata come oratorio pubblico dedicato alla Vergine di Loreto di proprietà del patrizio veneto Trevisan. All’interno sono censiti un altare lapideo con pietra sacra e un calice con patena e altra suppellettili sacre conservate nella povera sacrestia.
Oggi l’altare, non più in pietra ma in legno con decorazioni alquanto sommarie, ci riporta in qualche modo agli umili devoti dei secoli passati, quando i boschi ricoprivano il territorio e la fede, per palesarsi, non aveva necessità di preziosi apparati.
In legno e di buona fattura artigianale è il paliotto sopra l’altare mentre le altre immaginisacrepresenti in chiesa, che fan da tramite fra le preghiere dei fedeli e il cielo,rappresentano un piccolo campionario della devozione popolare del secolo scorso.
Il cambio di titolazione della chiesetta, da Vergine di Loreto a S. Gaetano da Thiene, è infatti da ascrivere alla prima metà del Novecento e fu realizzato su richiesta delle tante famiglie vicentine trasferitasi a vivere in questa zona.
Si tratta di una piccola ed austera chiesetta senza affreschi o altre decorazioni murali. Questo suo sobrio apparato forse è dovuto anche al rispetto che la gente del borgo provava per le spoglie presenti sotto il selciato. Su una sobria lapide posta al centro del pavimento è scritto:
D.O.M / ALBERTO TRIVISANO
HIC RUSTICANTI VICTA FUNCTO
AN: MDCCLXX / PAR. CAR. PAULLUS F.
CEPHALENIA PRÆTOR REDUX
P. C. AN: MDCCLXXII / VIX AN: LXXXVI

(A Dio buono e grande/ Alberto Trivisano / Qui morto dopo una vita rustica / Nell’anno 1770. / Il figlio Paolo / Proveditore reduce da Cefalonia / Fece per condoglianza nell’anno 1772 / Visse anni 86)
Alberto e il figlio Paolo facevano parte della nobile famiglia veneziana dei Trevisan che si rese opulente col taffico del mare. Molti dei suoi componenti si distinsero quali comandanti navali nelle guerre contro i turchi e come governatori di territori contesi agli ottomani. In particolare nelle isole ioniche Cefalonia e Santa Maura (attuale Leucade).
Alberto, la persona che fu sepolta nella chiesetta dopo una vita rustica, era un patrizio veneziano del ramo di Sant’Agnese (zona zattere) e cioè della famiglia che abitava nel palazzo attualmente occupato dal consolato svizzero. Dunque la sua vita rustica è da intendere come controllo in loco di un possidente sul lavoro dei contadini e soprattutto sull’entità dei raccolti.
In realtà si chiamava Bertuccio, detto anche Bertuzzi; con questo nomelo troviamo citato in un cattastico di Cinto del 1740 (Savi alle Decime), come proprietario di due poderi di circa trenta campi ognuno, dotati di case coloniche de muro e situatinella zona dove furono trovati i tesoretti romani. La casa appartata poco prima della chiesetta è ciò che resta di quelle case coloniche.
Il figlio di Alberto, Zuan Paolo, quando fece seppellire le spoglie del padre nella chiesetta allora dedicata alla Vergine di Loreto (anno 1772), era fresco reduce da una vicenda burrascosa successa nell’isola di Cefalonia, mentre svolgeva l’incarico di governatore (proveditore).
I Metaxa e gli Annino, due potenti e bellicose famiglie greche, nel 1771 erano insorte contro i funzionari veneziani e avevano saccheggiato Argostoli, capitale dell’isola di Cefalonia. Per salvarsi dalla sommossa Zuan Paolo era stato costretto a rifugiarsi in una nave galeotta veneziana.
La famiglia Trevisan mantenne la proprietà di Cinto anche nella prima metà dell’Ottocento. A Zuan Paolo successe il figlio Davide, il quale però alla vita rustica preferiva la vita mondana ed è rimasto famoso nelle cronache del bel mondo veneziano per avere importato la moda dei ventagli a stecca.

“La chiesetta di S. Gaetano” disegno di Julia Populin
Nell’imagine in evidenza la chiesetta S. Gaetano in una foto di Sergio Basso
Dal libro “Le terre deli boschi e dei tesori” di Marcello De Vecchi, edito dall’A. Toulouse Lautrec nel 2012
No responses yet